la liberazione della follia

Piena realizzazione di unetica della follia sarebbe il passaggio dalla liberazione dalla follia, alla liberazione della follia; cioè  il passaggio dalla cura alla condivisione, dalla restrizione e separazione della follia, al suo pieno diritto di cittadinanza.

Italo Valent, letica della possibilità.

 

BIOGRAFIA:

Nasce a Milano nel 1956 e dal maggio del 2000 vive a Bergamo. Ha iniziato a fotografare nel 1992 frequentando la scuola “Donna Fotografa” di Giuliana Traverso. 

E’ una fotografa professionista di reportage sociale, e ha publicato diversi libri e servizi editoriali. E’ interessata all’emarginazione, alla solitudine, al senso di non appartenenza di tutti coloro di cui generalmente non si parla, di coloro che non contano. La malattia mentale, in primis, e la demenza, sono gli argomenti delle sue indagini fotografiche.

E’ inoltre una fotografa fine art, con influenze espressioniste. Descrive il lato emotivo della realtà, più che quello oggettivo, e usa la fotografia per raccontare una storia personale, intima, una sorta di viaggio onirico dentro se stessa. Negli ultimi anni le sue immagini hanno come soggetto la Terra, che fotografa con un senso di nostalgia e di perdita, di rispetto e stupore. 

Ha esposto nelle principali città Italiane, negli USA e in Europa e ha vinto diversi premi tra cui NEW POST PHOTOGRAPHY AWARD, MIA Photo Fair 2020. Le sue fotografie sono in collezioni pubbliche (Bibliothéque Nationale de France a Parigi) e private.

 Dal 2003 conduce laboratori espressivi, educativi e terapeutici di fotografia, prevalentemente in ambito psichiatrico.

E’ membro dell’Associazione Donne Fotografe.

 
Descrizione:

Questo progetto è la sintesi di vent’anni di fotografie (2000-2023) fatte da Patrizia Riviera durante le attività ludiche, artistiche e culturali della Fondazione Emilia Bosis (viaggi, rapporto con gli animali e la natura, teatro, moda, fumetto, fotografia). La Fondazione Emilia Bosis, con sede legale a Bergamo, è un organismo istituzionale no-profit, che si occupa della cura delle persone che soffrono di disturbi mentali. In queste fotografie ci sono persone intense, belle di quella bellezza che viene dal profondo dell’esistenza, creative, tenere e simpatiche, capaci di relazione e di amore. Un modo diverso di mostrare la follia, senza la retorica delle immagini standard di sofferenza e isolamento, immagini incentrate sulla persona che è ritratta in modo crudo e amorevole, e non sulla malattia, immagini che restituiscono dignità ad ogni forma d’esistenza, anche la più dolorosa, premessa necessaria per superare lo stigma della follia, e parlare di salute mentale, la quale ci riguarda tutti.

non siamo né folli né sani, né buoni né cattivi”. Eproprio questo aprirsi alla negazione che assicura la trascendenza, il passaggio allintero, allinfinito. Italo Valent.