CROSSING the Balkans
Biografia:
“Credo fermamente che siamo testimoni del nostro tempo, e questo ha bisogno di essere documentato”
Matteo Placucci, classe 1983, è un fotoreporter italiano. Nel corso degli anni ha documentato flussi migratori, questioni sociali, conflitti ed eventi rilevanti come la recente pandemia. Tutti gli argomenti vengono affrontati esplorando e documentando l’essere umano nella sua sfera più intima ed emotiva. Un occhio particolare è dedicato alla salute mentale, filo conduttore dei suoi progetti fin dagli esordi della sua carriera.
L’approccio reportage della sua fotografia non lo limita a sperimentare e dedicare tempo a progetti più artistici, rivelando un interesse e una conoscenza radicati nel mondo dell’arte.
descrizione:
L’Unione Europea è il punto di arrivo di tutti i migranti sulla rotta balcanica. Più della metà di loro sono uomini single di età compresa tra 15 e 30 anni. Il 23 dicembre 2021 l’incendio del Centro di accoglienza temporanea per uomini single a Lipa, nel cantone di Una-Sana, Bosnia ed Erzegovina, ha messo sotto i riflettori i Balcani, mostrando la difficile situazione che la zona sta affrontando. Degli oltre 1.500 presenti nel campo, circa 600 migranti hanno lasciato l’area e hanno trovato rifugio nella città più vicina di Bihać, a 30 km di distanza. Per i circa 900 che hanno deciso di restare, il governo ha lentamente installato delle tende militari per fornire riparo dalla neve e dal freddo della stagione. Nonostante l’intervento, il campo rimane ancora un luogo ostile, senza acqua corrente e fognature, in una valle fredda e lontana dal centro abitato.
Il cantone Una-Sana è il collo di bottiglia dove ogni anno i migranti aspettano la fine della stagione invernale per provare “the game”. Così chiamano il percorso di due-tre settimane che li porta attraverso alte montagne, freddo, neve, mancanza di cibo, animali selvatici e violenti respingimenti della polizia, attraversando Croazia e Slovenia per arrivare infine in Italia, ultimo ipotetico baluardo prima di raggiungere la loro UE. destinazioni e cercano un futuro migliore, documenti legali e un lavoro per migliorare la situazione della propria famiglia bloccata nel Paese d’origine. Ognuno di loro ci ha provato almeno due volte, alcuni anche decine di volte, e il fatto che siano qui rappresentati significa che ogni volta sono stati scoperti e rimandati con la forza in Bosnia Erzegovina, subendo il furto di tutti i loro averi, oggetti fisici e abusi psicologici, e la negazione dei loro diritti come richiedenti asilo.
Nessuno di loro, però, si scoraggia al punto da interrompere il viaggio.
“Nessuno può chiudere la porta al mondo. Le migrazioni sono come un fiume: se lo blocchi da qualche parte, l’acqua troverà un’altra strada” (cit. dal libro “Illegal traveller” di Shahram Khosravi)
Anno di realizzazione: 2021
TEMI TRATTATI:
Migrazioni, confini, diritti umani, legislazioni UE, CPR, Balcani.